Fino a cinque anni fa di Jung si conosceva la vastissima produzione scientifica, alcune biografie autorizzate, trascrizione di seminari e lettere private.
Un corpus di tutto rispetto, che però non aveva saputo far luce sul processo che aveva generato la sua visione dell'uomo e della psiche, differenziando profondamente questo autore dal suo iniziale maestro Freud.
Con l'autorizzazione data dagli eredi nel 2000 alla pubblicazione del Libro Rosso, si è aperto uno scenario completamente nuovo. Oggi possiamo leggere e vedere il frutto di 16 anni in cui Jung si è consegnato ogni notte all'incessante lavorio del suo inconscio, che lui rinunciò ad indirizzare, ma non a comprendere.
Nella forma di incontri con vari personaggi, che con lui dialogavano in quelle notti solitarie e angosciose, si è snodato il suo personale "viaggio negli Inferi" alla ricerca della propria verità, della personale soluzione alle sue domande radicali di senso. Seguendolo in questo suo percorso troviamo senz'altro anche la sua evoluzione come essere umano, dall'intellettuale soddisfatto di sé delle prime pagine alla creatura saggia e disponibile all'incontro con il mistero (con il "Numinoso" direbbe lui) che si congeda, al termine, con una frase ambigua e aperta al futuro fatta pronunciare all'ombra di Cristo: "Io ti porto la bellezza della sofferenza. E' quello di cui ha bisogno chi ospita il verme."
Dopo la lettura di questo testo ogni approccio solo scientifico alla psicologia appare ingenuo o almeno incompleto, se non fallimentare. Jung qui ci dimostra come la ricerca psicologica sia innanzitutto un dialogo con la propria anima ed un impegno radicale di cui non si conosce l'esito a priori.
Anni dopo di lui, Silvia Montefoschi, che si formò analiticamente proprio con un allievo di Jung, Ernst Bernhard, portò avanti la stessa intuizione e la stessa esperienza fino alle sue estreme conseguenze.
Ho presentato al Convegno "Sogni, Incubi, Visioni/Esperienze e riflessioni cliniche sul pensiero di C.G.Jung e J.Hillman", tenutosi a Torino il 21 e 22 Marzo 2015 una relazione sulla continuità di pensiero fra Jung e Montefoschi. In fondo all'articolo potete trovare un link che permette di scaricare copia della Relazione.
Prossimamente una riflessione sul pensiero e la testimonianza di Silvia Montefoschi anche su questo Blog.
Dal Libro Rosso di Jung a Il Vivente di Montefoschi
Le immagini del post sono tratte da: Il Libro Rosso -Ed. Bollati Boringhieri, 2010